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Settimana Lavorativa Corta: il sogno di molti italiani

In Italia la settimana lavorativa corta è il sogno di tantissimi lavoratori.

L’anno scorso la ricerca “La nuova relazione con il mondo del lavoro” - redatta da Assirm - ha fotografato le priorità e i desideri dei lavoratori italiani.

Secondo lo studio, più di metà degli italiani sarebbe disposta a guadagnare di meno, pur di lavorare 4 giorni a settimana. La pandemia – e lo smart working – hanno cambiato la priorità delle persone, che hanno capito quanto conti avere tempo per la vita privata e le proprie passioni.

 

Ma la Settimana Lavorativa Corta, funziona?

Sono stati tanti i test condotti in altrettante nazioni.

Sono state sperimentate tre tipologie di settimana lavorativa corta:

· 4 giorni lavorativi con monte ore ridotto, ma con stipendio uguale;

· 4 giorni lavorativi con monte ore ridistribuito e con stipendio uguale;

· 4,5 giorni lavorativi, con mezza giornata libera in più, rispetto al normale.

La sperimentazione più importante arriva dalla Gran Bretagna.

Nella seconda metà del 2022 sono state 61 le aziende  per un totale di circa 3.000 dipendenti – che hanno partecipato al test sulla settimana lavorativa corta. Dopo 6 mesi, 38 aziende hanno prolungato il periodo di sperimentazione e 18 hanno deciso di adottare la settimana corta in maniera definitiva.

I risultati di questa sperimentazione sono stati sorprendenti sotto tanti punti di vista:

· la produttività dei dipendenti è rimasta invariata o addirittura aumentata;

· sono diminuite le assenze per malattia e c’è stato un drastico calo di dimissioni;

· le aziende hanno risparmiato sui costi di gestione e sono diminuite le emissioni di CO2;

· i dipendenti hanno dichiarato una diminuzione nel livello di burnout e stress, ansia, stanchezza e problemi di sonno;

· le condizioni di salute psicofisica dei dipendenti sono migliorate, così come il loro equilibrio lavoro/vita privata;

· il 15% dei lavoratori si è detto disposto a guadagnare di meno, pur di continuare a lavorare 4 giorni a settimana.


Quali sono i contro?

I detrattori della settimana lavorativa corta, avanzano varie obiezioni e ne sottolineano possibili criticità.

C’è chi ipotizza che diminuire il numero di giorni lavorativi potrebbe aumentare il carico di lavoro, responsabilità e stress sui dipendenti. Ma l’obiezione più consistente riguarda l’impossibilità di applicare tale sistema a ogni campo lavorativo.

Infatti, applicare la settimana lavorativa corta a lavori che richiedono la presenza h24 – come la sanità pubblica – o a lavori di pubblica utilità– come i trasporti – renderebbe insostenibili i costi di gestione, poiché dovrebbe essere corrisposta da un aumento di personale.

E soprattutto in Italia, che presenta già forti criticità in entrambi i settori, ciò è completamente irrealizzabile, poiché porterebbe al collasso nel giro di poco.

Di conseguenza, il paese si spaccherebbe in due: da un lato lavori d’ufficio con settimana lavorativa corta, dall’altro lavori con settimana regolare. Questo potrebbe aumentare le diseguaglianze sociali.

 

Sperimentazioni in Italia

In Italia sono già diverse le grandi aziende che hanno deciso di sperimentare la settimana lavorativa corta. Da Lavazza, a Lamborghini, da Intesa Sanpaolo, a EssilorLuxottica.

Una svolta importante per il belpaese, però, è segnata dalla notizia che anche Leonardo e Sace ­– aziende a partecipazione statale – hanno deciso di introdurre la settimana lavorativa corta.

Nel caso di Sace, inoltre, l’azienda ha deciso di eliminare il controllo sulle timbrature e di inserire la possibilità di smart working illimitato.

La sperimentazione coinvolgerà tutti i 950 dipendenti e verrà monitorata dal Politecnico di Milano, che dovrà analizzare l’efficacia della settimana lavorativa corta sia in termini di produttività, che di benessere per i dipendenti.

 

Settimana Lavorativa Corta: il futuro?

Riuscire a trovare una quadra non sarà per nulla semplice e non è detto che questo processo possa mai essere attuato del tutto. Ma già il fatto che in molte aziende stiano cercando di trovare un equilibrio tra produttività e benessere dei lavoratori, è un grandissimo segnale di svolta. Forse non sarà la settimana lavorativa corta la soluzione definitiva, ma di sicuro la strada imboccata porterà a un cambiamento importante nel mondo del lavoro e della vita privata di tutti.

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