Dagli studi effettuati, emerge che i trasporti solo responsabili di più del 25% delle emissioni, un dato allarmante.
Punto centrale dei dibattiti politici, ormai è sotto gli occhi di tutti: il problema dell’inquinamento diventa sempre più pressante e va affrontato con provvedimenti incisivi.
Nel quadro del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) presentato dal governo Meloni alla Commissione Europea, emerge una proposta ambiziosa volta a contrastare l'inquinamento invertendo la pericolosa rotta verso il cambiamento climatico: si tratta dell'idea di introdurre la settimana corta e promuovere lo smart working come strumenti finalizzati a tagliare le emissioni, riducendo l'impatto ambientale.
Queste misure oltre agli innegabili benefici in termini di sostenibilità ambientale, porterebbero anche ad un cambiamento positivo nel modo di lavorare e più in generale nello stile di vita.
OBIETTIVO: TAGLIARE LE EMISSIONI
Non è un segreto: una delle principali fonti di inquinamento è rappresentata dagli spostamenti dei pendolari da e verso il luogo di lavoro.
La strada per porre rimedio a questo problema è ovviamente quella di favorire il passaggio alle auto elettriche, oltre che un maggiore utilizzo di servizi di car sharing e trasporti pubblici, a scapito di quelli privati.
Queste misure tuttavia andranno integrate con altre, più incisive, come
1. L’adozione della settimana lavorativa corta di quattro giorni;
2. Il favorire, laddove possibile, la modalità smart working.
Questo permetterebbe in primis di ridurre il traffico e il consumo di carburante (e di conseguenza, le emissioni) e al contempo influirebbe positivamente anche sullo stile di vita dei lavoratori e il loro equilibrio lavoro- vita privata (riducendo lo stress e aumentando la qualità e il rendimento).
Lo smart working appare un obiettivo particolarmente funzionale anche alla riduzione dei consumi energetici (corrente elettrica, riscaldamento/condizionatore) per ovviare al problema del caro-bollette.
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