La bozza della legge di Bilancio 2024 ha apportato consistenti novità. Tra queste, il tema del congedo parentale merita una particolare attenzione.
Più che una novità, un potenziamento.
Perché, il fine delle misure in questione è quello di fornire aiuti alle famiglie, ai genitori che lavorano, incentivando la natalità.
COS’È IL CONGEDO PARENTALE?
Facciamo un passo indietro: può essere definito come un periodo in cui il dipendente si assenta dal posto di lavoro per dedicarsi alla cura dei figli nei primi anni della loro vita, percependo un corrispettivo, un’indennità economica sostitutiva dello stipendio.
Si tratta di un diritto fondamentale la cui importanza è stata riconosciuta a livello globale.
Nel nostro paese - attualmente - i dipendenti possono fruire del congedo parentale nel primo anno di vita della prole, per un periodo - complessivo tra entrambi i genitori - di non oltre 10 mesi.
È però previsto che - nel caso in cui il rapporto lavorativo dovesse terminare nel corso del congedo - anche quest’ultimo si interromperebbe.
A CHI SPETTA?
· A entrambi i genitori che siano lavoratori dipendenti, per un periodo - continuativo o meno - di 6 mesi al massimo;
· Al padre lavoratore dipendente, anche durante il periodo di congedo di maternità;
· Al genitore solo per un periodo di 11 mesi al massimo;
· Ai genitori affidatari/adottivi (con le stesse condizioni di cui sopra).
COSA CAMBIEREBBE CON LA LEGGE DI BILANCIO 2024
Allo stato attuale, è prevista una retribuzione dell’80% per un mese e del 30% per i restanti 9 mesi di congedo.
Per il 2024 è in programma un cambiamento delle percentuali retributive:
-1 mese all’80%
-1 mese al 60% (portato a 80 esclusivamente nel 2024)
-8 mesi al 30%
Questa misura incarna un significativo e concreto intervento a tutela della famiglia, garantendo una maggiore flessibilità e una migliore conciliazione lavoro e vita familiare, rispondendo alle sfide quotidiane che molti genitori devono affrontare.
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